290 anni di Vita Reale |
Dal 7 aprile 1631 fino al 1923 la tenuta appartenne alla casa Savoia
I Savoia entrarono in possesso di questi terreni nell’aprire del 1631, per l’esattezza il 7 aprile con la pace di Cherasco, nella quale si sanciva che le proprietà appartenenti all’ultimo duca del Monferrato, Carlo di Nevers, confluissero nei beni dei Savoia, nella persona di Vittorio Amedeo I.
Nel 1695 i Savoia conclusero le lunghe contese in atto su parte della proprietà con l’acquisto, a prezzo simbolico, di alcuni terreni limitrofi, costituendo una proprietà complessivamente definita in 2400 giornate di terra.
Ne 1725, Vittorio Amedeo II re di Sardegna, nuovo proprietario, suddivise le 2400 giornate di terra destinandone 1100 all’allevamento di cavalli e 1300 alla coltura. Inoltre, per la parte relativa alle colture, pianificò la costruzione di una serie di edifici, che vennero realizzati nei seguenti quindici anni.
In particolare, nel 1734 fu costruita la nostra cascina, denominata San Sebastiano.
Nel 1736 i Savoia decisero di aumentare il peso della coltivazione risicola, riducendo la parte di terreno fino ad allora destinata all'allevamento equino, fino a quando,nel 1741, si decise di destinare la totalità del terreno alla coltivazione.
Nel 1758 il marchese Giuseppe Roberto Solaro di Breglio, consigliere del re, diede seguito in maniera perentoria alla trasformazione dell’intera tenuta in monocoltura risicola.
La proprietà dell’azienda, continuativamente dedicata alla produzione del riso, rimase in mano alla famiglia Savoia fino all’anno 1923.
In quella data la proprietà passò ad una società anonima, la "Azienda Immobiliare Vercellese", per poi arrivare ai giorni nostri, tramandando nel tempo la cura e la passione del riso di cui già all’epoca sabauda.